CENSIMENTO ISTAT – IL GARANTE PRIVACY RICHIEDE PSEUDONOMIZZAZIONE

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Una lunga istruttoria iniziata nel 2018  ha condotto il Garante Privacy ad esprimere parere favorevole sulla richiesta dell’ISTAT per il censimento permanente.

La risposta positiva dell’Authority interviene, in realtà, dopo due battute di arresto, nelle quali il Garante aveva analizzato il Piano generale di censimento (PGC) formulato dall’ISTAT, valutandolo non conforme alla obbligatoria tutela della riservatezza del dato e del suo trattamento, nonché all’adeguatezza delle misure di protezione proposte per il censimento.

Il Garante ha rilevato la necessita’ che l’ISTAT ponesse in essere una condotta attiva nell’applicazione dei principi di cui al recente GDPR, valutando correttamente e concretamente i rischi di eventuali violazioni dei diritti e delle libertà dei destinatari il trattamento.

Sotto tale profilo, l’ Autorità ha precisato che il meccanismo proposto attraverso l’attribuzione di un codice univoco per ogni singola persona fisica, replicato in tutte le banche dati dell’Istituto e valido per un periodo che può giungere sino a 120 anni, comporta il rischio di un trattamento non idoneo e non pertinente con i principi di minimizzazione e limitazione della conservazione del dato stesso, espressamente richiesti dal GDPR.

L’ adozione di un codice statico – continua il Garante – non consentirebbe di differenziare i tempi di conservazione in relazione alle diverse finalita’ per le quali il dato viene raccolto, trattato e mantenuto.

Più’ idonea l’ adozione di codici pseudonimi, con validità limitata alle specifica finalità perseguita.

Raccogliendo le indicazioni formulate dal Garante, l’ISAT ha quindi modificato il proprio Piano generale di censimento, introducendo tutte quelle tecniche (dette di pseudonomizzazione dei dati personali) volte al mascheramento o alla limitazione  dell’uso improprio dell’identità delle persone.

Avv. Patrizia Giusti – Criminologa – consulente Security&Intelligence – DPO e data protection

G&L Avvocati

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