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PHISHING: LA PRIMA SENTENZA CHE CONDANNA POSTE ITALIANE

Poste Italiane è stata condanna per la prima volta a risarcire quanto illecitamente trafugato ad un proprio cliente su una carta postepayt, in seguito ad attività di phishing.

E’ quanto stabilito dal Tribunale di Lecce, sezione II civile, con una sentenza a dir poco storica, che apre le porte ad una nuova forma di tutela per gli ignari utenti, che troppo spesso vedono in questo ambito sottratti  i proprio risparmi dall’attività di malevoli cybernauti.

Il phishing è infatti un’attività che ha inizio, solitamente, con l’invio di una e-mail, con la quale vengono richieste le proprie credenziali di accesso di carte di credito, bancomat o conti on line che finiscono nelle mani di “sapienti” truffatori, i quali le utilizzano per svuotare il conto.

Un fenomeno assai vasto, che vede coinvolti ormai da anni non solo Poste Italiane, ma numerosi dei più importanti istituti bancari e di credito, che nonostante le misure messe in campo, non riescono di fatto ad arginare il fenomeno fraudolento per i proprio clienti.

Per la prima, però, un Tribunale ha accolto la tesi difensiva, secondo la quale la sottrazione dei codici identificativi del correntista rientrerebbe nel c.d. rischio di impresa dell’istituto di credito, che dovrebbe fronteggiare mediante l’adozione di adeguate misure di sicurezza chiamate a verificare, prima di dare corso all’operazione, se essa sia effettivamente attribuibile meno al cliente.

Per tale motivo, in riforma delle sentenza di primo grado emessa dal Giudice di Pace ed in accoglimento della tesi del correntista, il Tribunale di merito ha condannato Poste Italiane a rifondere a quest’ultimo quando illecitamente sottratto in seguito ad attività di phishing posta in essere da terzi, riconoscendo la responsabilità dell’Istituto di credito per non aver saputo adottare le opportune misure di prevenzione e sicurezza.

Una sentenza che fa davvero strada in questo cyberspazio in continua evoluzione, dove la frode per il correntista è sempre dietro l’angolo e le tutele non sono mai abbastanza.

Avv. Patrizia Giusti

Criminologa, master in Investigazione, Security & Intelligence

Consulente IT &Data Protection

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