Affrontiamo la tematica della liceità o meno della realizzazione di una veranda su un balcone esterno, poiché in molti hanno chiesto chiarimenti allo Studio G&L Avvocati.
Preliminarmente si deve rilevare che, in tutti i casi in cui si intendano realizzare lavori di particolare rilievo nella propria abitazione, si ha bisogno del permesso di costruire, ovvero un’autorizzazione rilasciata dal Comune in cui si trova l’immobile.
L’autorizzazione viene rilasciata sulla base di un progetto lavori, presentato da un tecnico incaricato dal proprietario, che dovrà indicare come l’opera si dovrà realizzare.
Diversamente, se l’opera verrà realizzata in assenza del permesso di costruire, si integrerà l’abuso edilizio.
Così sostiene anche la Cassazione, secondo la quale la trasformazione di un balcone in veranda richiede sempre il permesso di costruire comportando un aumento della volumetria abitativa.
La veranda è, quindi, una nuova costruzione, che come tale richiede la preventiva autorizzazione del Comune (il permesso di costruire), non potendosi qualificare – continua la Cassazione – opera precaria, nata per esigenze temporanee e contingenti.
Essa è un vero e proprio manufatto destinato a durare nel tempo, che amplia il godimento del bene stesso.
Una volta ottenuto il permesso di costruire, il proprietario dell’immobile non sarà obbligato a ricevere anche il consenso del condominio, qualora la veranda non alteri il decoro architettonico dello stabile.
Il proprietario ha esclusivamente l’obbligo di informare l’amministratore della realizzazione dell’opera.
Solo laddove l’opera da realizzare alteri il decoro architettonico dello stabile, allora sarò necessario anche il consenso del condominio, che dovrà approvare il lavori a maggioranza ordinaria.
Completata l’opera, il proprietario dovrà informare il catasto dell’aumento di volumetria dell’immobile, sì da adeguare i relativi dati catastali.
